Brano: [...]allo sbarramento predisposto dalla 52a Brigata Garibaldi all’uscita di Musso (a 1 km da Dongo). Era l’alba del 27 aprile. Dopo non lievi esitazioni e contrasti (tra l’altro, una raffica sparata daH’autoblinda aveva ucciso il patriota Antonio Apolloni, di Musso), il tenente Birzer della Wehrmacht si vide costretto a parlamentare con i capi partigiani locali. Questi ultimi erano rappresentati innanzitutto dal commissario politico della 52a Brigata Michele Moretti (Pietro Gatti), dalla cui iniziativa dipesero i successivi sviluppi della situazione e le principali soluzioni che vennero poi propóste. Dato il divario esistente tra le forze popolari e i tedeschi, i partigiani decisero di guadagnare tempo e di consigliarsi con i comandanti delle formazioni della bassa Valtellina.
Con la camionetta dell’ufficiale tedesco, un gruppo comprendente Michele Moretti, il comandante Pier Bellini della Stelle (Pedro) e l’interprete Hofmann percorse l’alto lago fino a Nuova Olonio, dando così modo al tenente Birzer di constatare come l’intera popolazione fosse mobilitata e assiepata lungo il percorso, mentre il ponte del « Passo », sul fiume Mera, veniva presentato come minato. Da qui, con un camioncino del Maderna, il Moretti e Pedro proseguirono da soli per incontrarsi a Chiavenna con il comandante di divisione Dionisio Gambaruto {Nicola). Ma questi, già impegnato in un rastrellamento, non potè aiutarli.
Data la situazione, per evitare di esporre la pop[...]
[...] fosse mobilitata e assiepata lungo il percorso, mentre il ponte del « Passo », sul fiume Mera, veniva presentato come minato. Da qui, con un camioncino del Maderna, il Moretti e Pedro proseguirono da soli per incontrarsi a Chiavenna con il comandante di divisione Dionisio Gambaruto {Nicola). Ma questi, già impegnato in un rastrellamento, non potè aiutarli.
Data la situazione, per evitare di esporre la popolazione locale a gravi rappresaglie, Michele Moretti pose ai tedeschi le seguenti condizioni: 1) Soltanto le truppe germaniche avrebbero avuto il permesso di continuare armate il viaggio; la 52a Brigata avrebbe loro garantito il tragitto fino al ponte del « Passo », estremo limite nord della provincia di Como e, quindi, della diretta giurisdizione militare della Brigata stessa; 2) tutti i fascisti sarebbero stati trattenuti a Dongo, dove sarebbe avvenuto il controllo degli automezzi tedeschi.
Le condizioni furono accettate (la colonna di oltre 200 tedeschi venne in seguito bloccata al ponte del « Passo » e dovette arrendersi ai partigiani va[...]
[...]nte durante questo trasferimento (compiuto con l’ex dittatore tutto ricoperto di bende, per non farlo riconoscere, e con due macchine), giunti sulla piazza a Lago di Moltrasio, i partigiani vennero a sapere che le avanguardie angloamericane erano già entrate in Como.
Poiché il C.L.N.A.I. e il Comando generale del C.V.L. avevano da tempo deciso che Mussolini non dovesse cadere vivo nelle mani degli Alleati, prevalse su tutti il fermo parere di Michele Moretti di ritornare verso luoghi più direttamente controllabili. Mussolini e la Petacci furono così portati in Tremezzina, a Bonzanigo, presso la famiglia contadina dei De Maria, dove furono affidati alla sorveglianza dei partigiani Cantoni (Sandrino) e Frangi [Lino).
Per la stessa ragione Valerio, d’accordo con i membri del tribunale di
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